La banca Intesa San Paolo passa a Linux

intesa-sanpaolo-linuxColpo di prestigio quello messo a segno da Red Hat. Stando a quanto recita la nota diffusa stamattina, Enterprise Linux è la piattaforma di riferimento per il sistema di risk management mission-critical di Intesa Sanpaolo. Il gruppo bancario di Torino ha quindi scelto una soluzione open source per gestire il proprio sistema di gestione dei rischi di mercato, sistema che si avvale di un modello interno approvato dalla Banca d’Italia. 

Il modello in questione attiva centinaia di migliaia di simulazioni giornaliere applicate a centinaia di migliaia di strumenti finanziari e necessita quindi di un’infrastruttura al top in fatto di prestazioni e scalabilità. La scelta di migrare il sistema di gestione del rischio su Red Hat Enterprise Linux, recita ancora la nota, ha previsto l’adozione di hardware basato su standard, generato una riduzione del costo totale di possesso (TCO) del 50% e permesso di ottimizzare un’architettura distribuita in grado di abilitare i rigorosi piani di alta disponibilità e disaster recovery della banca.

Il commento fornito in proposito da Gianni Ferrari, team leader del progetto di migrazione a Linux in Intesa Sanpaolo, è in tal senso molto esplicito: “abbiamo iniziato a realizzare il sistema di gestione del rischio nel 1997. Da allora abbiamo costantemente incrementato l’ampiezza e la complessità degli strumenti e del portafoglio. Abbiamo a un certo punto capito che avevamo bisogno di un nuovo sistema operativo e abbiamo scelto Enterprise Linuxper ottenere il livello di prestazioni e scalabilità necessario, oltre a poter trarre vantaggio da notevoli risparmi sull’hardware”.

Un’ulteriore attestato di credito, quello rilasciato da Intesa Sanpaolo, per le capacità di Linux in azienda e una sorta di messaggio in codice indirizzato a chi è alla prese con la riorganizzazione dei data center. “Continuiamo a ottimizzare la nostra infrastruttura, dalla rete allo storage, e a potenziare il software – queste le altre parole espresse da Ferrari – per soddisfare le esigenze di business dei nostri ingegneri finanziari e la migrazione a Red Hat Enterprise Linux è stata strumentale nello stare al passo con un’infrastruttura in costante evoluzione”.

Una banca irlandese fa migrare 7.500 Pc verso Linux

La Allied Irish Bank ha deciso di abbandonare Microsoft Office per Java Desktop System di Sun Microsystems. Si tratta del primo contratto di ampie dimensioni di questo tipo nel settore privato. Rimarrà un caso isolato o ci troviamo di fronte a una nuova tendenza?

Le amministrazioni pubbliche e i paesi emergenti non sono le sole realtà a lanciare programmi di vasta portata per l’adozione di soluzioni open source e free software. Anche il settore privato inizia a prendere seriamente in considerazione soluzioni alternative a quelle proprietarie. E sempre più frequentemente non si tratta di server, ma di computer desk top.

L’ultima notizia dal “fronte” riguarda una banca irlandese, la Allied Irish Bank – attiva anche in Gran Bretagna – che ha deciso di far migrare 7.500 postazioni di lavoro verso l’ambiente Linux. I computer in questione, attualmente, utilizzano come pacchetto di produttività personale Microsoft Office, ma passeranno tutti a Java Desktop System, la suite di Sun Microsystems funzionante sotto Linux.

I termini economici dell’accordo non sono stati resi pubblici, ma secondo fonti attendibili Sun ha concesso consistenti sconti per concludere l’accordo. La notizia, peraltro, era nell’aria da alcuni mesi e ad averne fatto menzione era stato proprio Robin Wilton, responsabile europeo di Java Desktop System.

Indubbiamente, lo sforzo economico di Sun è indispensabile in questa fase per facilitare la sottoscrizione di nuovi contratti e spingere altre aziende a seguire questa strada. Nonostante ciò, secondo molti osservatori, le soluzioni Linux per i computer desk top non si imporranno con facilità e questo nonostante la quasi gratuità delle licenze.

Il fatto è che la licenza rappresenta solo una piccola parte del costo complessivo della migrazione di un parco di Pc e Linux non è sempre una soluzione più economica rispetto a Windows. Badate bene, il maggior costo, in questo caso, non è rappresentato dalle applicazioni, ma dall’operazione di migrazione in quanto tale. Contrariamente ai server, infatti, che utilizzano in genere una sola applicazione, nei desk top gli utenti ne utilizzano diverse contemporaneamente. E tutte queste dovrebbero essere riscritte per consentire la migrazione a Linux.

In poche parole, è il peso del passato più che quello del presente a condizionare il futuro di Linux nel mondo dei computer desktop.